Petrolio e Covid 19

Summa: “La transizione energetica ormai non è più rinviabile.
Bardi intervenga adesso prima che sia troppo tardi”

“In questa fase di emergenza sanitaria la questione petrolio in Basilicata
emerge ancor di più in tutte le sue contraddizioni. Sarebbe un errore
madornale in questo momento storico, così delicato, continuare a gestire la
fase di confronto con le compagnie petrolifere in una sorta di soggezione,
anche bypassando le parti sociali”. È quanto afferma in una nota il segretario
generale Cgil Basilicata, Angelo Summa.
“Ricordiamo che la Regione Basilicata ancora non è giunta a una trattativa
con Eni – continua Summa - e l’attuale crisi potrebbe completamente
cambiare le carte in tavola.
La Basilicata si faccia protagonista e il presidente Bardi intervenga prima che
sia troppo tardi – è l’appello del segretario della Cgil - La sicurezza e la salute
dei lavoratori e dei lucani oggi più che mai non può essere merce di scambio.
Allo stesso modo c’è la necessità di non aggiungere ulteriore crisi alla crisi
già in atto e i cui sviluppi non tarderanno a mostrare le conseguenze nefaste
sul territorio in termini di occupazione e povertà.
La Cgil aveva intravisto e denunciato anzi tempo i rischi di tale sbagliato
percorso. L’unica prospettiva per uscire da questo stallo – aggiunge Summa -
è il confronto con il governo nazionale per definire un piano di transizione e
investimenti e sviluppo che possano collocare la Basilicata fin da oggi in una
prospettiva futura di sviluppo. Si riprenda il piano Green new deal di 55

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miliardi di investimenti in 15 anni, previsto dal governo nazionale. Si pretenda
che la Basilicata, che tanto ha dato al Paese in termini energetici senza
ricevere quegli investimenti strutturali necessari a uscire dal suo isolamento e
colmare il divario con il resto del Paese, sia a capo della quanto mai
necessaria uscita dal fossile. Altro che compensazioni o trattative al ribasso.
Basta giocare con il distino e il futuro dei lucani – è il monito del segretario
generale - basta con questo provincialismo medioevale: si apra una chiara
trattativa che abbia come orizzonte il futuro della nostra regione da qui al
2030, per affrontare sia la questione che attiene al presente e quindi su come
continuare l’attività estrattiva in piena sicurezza e in piena emergenza
sanitaria, ma soprattutto per delineare i tempi e le modalità per governare la
transizione energetica, l’unica strada percorribile anche in vista dei
cambiamenti epocali che stiamo attraversando.
Siamo convinti che vada aperta una larga mobilitazione delle coscienze verso
un mondo nuovo, più pulito e sostenibile – conclude Summa - e che vadano
incalzati i governi affinché facciano la loro parte per avviare la transizione
dalle attuali tecnologie estrattive impattanti, dagli attuali stili di consumo e di
produzione, verso forme più sostenibili di economia verde.
Il rischio di essere subalterni o dipendenti dalla compagnie petrolifere (o
meglio dalle estrazioni) si rompe solo agendo su questi terreni e
riconquistando una capacità di essere modello virtuoso, basato su una
rivoluzione energetica e ambientale, che fa il paio con quella che viene riferita
come la quarta rivoluzione industriale, cioè quella tecnologica.
Pensare di giocare in difesa essendo depositari di tutto ciò sarebbe una
sconfitta epocale per una regione e per una intera classe dirigente”.

Potenza, 22/4/2020