Il governatore Vito Bardi assuma una posizione netta sulle questioni ambientali che attraversano la Basilicata.
La posizione della lega è ormai più che nota:una basilicata da consegnare alle compagnie petrolifere a danno del territorio e dello sviluppo .
Le dichiarazioni di Salvini sono state nette; i lucani dovrebbero “festeggiare” per il petrolio perché porta soldi e lavoro! Parole che dimostrano quanto il Ministro non conosca quel che è accaduto in Basilicata, dove i vantaggi derivanti dallo sfruttamento del petrolio sono stati a beneficio delle sole compagnie petrolifere e le conflittualità si sono scaricate sul nostro territorio senza di contro generare alcun investimento strutturale in termini di sviluppo e lavoro.
Dichiarazioni ancora una volta dettate della semplificazione figlia della propaganda e degli slogan cui quotidianamente ci sottopone questo governo che vuole consegnare la basilicata ad uno sviluppo legato al fossile ed allo sfruttamento del nostro territorio . Altro che ambiente e lavoro!
La Basilicata non può prescindere da un modello di sviluppo che faccia della sostenibilità ambientale la precondizione di qualsiasi attività produttiva.
Ce lo chiedono le comunità interessate dalle trivellazioni, ce lo chiedono i lavoratori, ce lo chiede l’Europa.
Se è mancata visione e lungimiranza, se fino ad oggi la fragilità istituzionale ha determinato una inesorabile soggezione ai potentati del petrolio, è giunto il momento di imprimere una svolta ripensando il modello di sviluppo economico e provando a dare un contributo nel tracciare una proposta per il governo della transizione energetica secondo le linee tracciate dall'U E
Nei prossimi anni potremo disporre di ingenti risorse derivanti dalle royalties, 250 milioni l’anno: si inizi sin da ora a decidere che tali risorse saranno vincolate a un fondo specifico, destinato a misure di investimento per lo sviluppo, per creare lavoro.
Va aperta una nuova contrattazione con il governo, regione, sindaci e imprese per riscrivere un nuovo accordo con Eni e Total in cui lo scambio non potrà essere solo fondato sulle royalties, ma sull’impegno a realizzare un piano di investimenti in termini infrastrutturali, a creare nuova occupazione in settori diversi dalla mera attività estrattiva per tracciare una chiara prospettiva di transizione energetica.
Facciamo appello al Presidente Bardi e chiediamo ai sindaci e ai lavoratori dell’area di accompagnare la nostra rivendicazione guardando al futuro di questa regione, alle sue tante potenzialità che non possono essere sepolte insieme alle scorie e al petrolio.
Non possiamo svendere la Basilicata alle logiche delle compagnie petrolifere, che continuano a non investire nel nostro territorio.
La Cgil è pronta alla mobilitazione per difendere la Basilicata da ogni tentativo di depredazione ulteriore in passato avallato da un passivo e, talora, connivente silenzio istituzionale.