La salute dei lavoratori non può essere merce di scambio:
morire sul lavoro è un macigno sulla coscienza di questa società

 

Ancora una tragica morte sul lavoro, l’ennesima in pochi mesi. Un’altra giovane vita spezzata mentre prestava la sua attività lavorativa.

È necessario porre fine a questa ecatombe rimettendo al centro delle scelte e delle azioni in materia di lavoro la sicurezza, che per le aziende è diventata più una voce di risparmio che di investimento.

Stiamo assistendo a un peggioramento delle condizioni di lavoro in tutti i settori, conseguenza di un’idea del lavoro svilito, frammentato, la cui centralità è solo quella del profitto e dell’impresa .

Di fronte a questa regressione occorre riportare al centro sicurezza e dignità del lavoratori quali elementi essenziali dell’organizzazione del lavoro.

La sicurezza deve ritornare a essere una priorità per l’azione politico-istituzionale attraverso segni tangibili, a partire dal rafforzamento dell’attività di controllo e prevenzione degli enti preposti che deve passare necessariamente da nuove assunzioni di personale tecnico e ispettivo: c’è bisogno di un adeguato numero di personale e di risorse.

Il problema della sicurezza del lavoro, la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, il rispetto delle regole devono essere punti centrali dell’azione di Governo a tutti i livelli di responsabilità, nazionale e territoriale.

La salute dei lavoratori non può essere merce di scambio: morire sul lavoro è un macigno sulla coscienza che questa società non può permettersi di accettare supinamente. È inaccettabile che si possa morire di lavoro e che un lavoratore dopo una giornata di fatica non faccia ritorno a casa.

Abbiamo tutti il dovere morale di porre fine e cancellare questa vergogna.
Nell’esprimere il nostro cordoglio e la nostra solidarietà ai familiari di Carmine Picerni, chiediamo con forza che vengano accertare al più presto eventuali responsabilità sulla dinamica dell’incidente e in tal senso confidiamo nel buon lavoro delle autorità preposte.