In merito alla querelle aperta dal consigliere Galante sulla posizione assunta dalla CGIL di Basilicata sull'emendamento recentemente approvato, occorre fare un po' di chiarezza.

Nel frattempo, il consigliere Galante bene farebbe, non solo a ricercare precedenti giurisprudenziali che piegano il diritto a copertura di qualche specifico interesse,  ma a ripiegarsi sulla conoscenza del sistema sanitario nazionale e regionale e sulla struttura legislativa che ne costituisce  le  fondamenta .

Il consigliere lamenta una lettura da parte della CGIL poco attualizzata delle norme che disciplinano le procedure autorizzative delle attività sanitarie e sociosanitarie evidenziando come, oltre al diritto alla salute, tutelato dall'art. 32 della Costituzione, vada tutelato il diritto alla libera iniziativa privata, sancito dall'art. 41 della nostra Carta fondamentale.


Se così è, è lecito chiedersi per quale motivo l'emendamento approvato indichi espressamente quale sua unica ratio quella di ampliare l'offerta sanitaria individuando quale interesse preminente "l''interesse pubblico costituzionale della tutela della salute".


Troppo impegnato nel richiamare autorevoli precedenti giurisprudenziali, tutti espressamente riferiti ad autorizzazioni a strutture private e non incidenti sulla spesa pubblica sanitaria, dimentica che la norma regionale non limita il suo ambito di applicazione alle sole prestazioni a totale carico del cittadino, bensì "anche" a tale tipologia di prestazioni. Il campo di applicazione di tale disposizione, tesa a deregolamentare il regime autorizzatorio delle strutture sanitarie e socio sanitarie in Basilicata, è dunque ben più ampio e certo non si riferisce alle sole autorizzazioni per la realizzazione di strutture non in convenzione.


Ma poi, si può parlare di reale concorrenza tra privati nel servizio sanitario ? In passato questo meccanismo è stato già sperimentato e la libertà dell'iniziativa privata è stata utilizzata al solo fine di procedere a successive richieste di sanatoria per entrare nell'appetibile club delle strutture convenzionate.


L'emendamento approvato si manifesta dunque per quello che realmente è: una modalità per aggirare l'art. 8 ter introdotto dal D. Lgs. 229/99 bypassando la disciplina ivi prevista e scardinando uno dei pilastri della riforma Bindi che è appunto la programmazione dei bisogni sanitari . E la dimostrazione della legittimità della posizione assunta dalla CGIL sarà data dal fatto che il Governo impugnerà dinanzi alla Corte Costituzionale tale disposizione per contrasto con la vigente disciplina statale.

Infine, è lecito chiedersi a quale istruttoria la norma si riferisca laddove prevede che, in esito alla stessa, gli uffici competenti debbano esprimersi in ogni caso "positivamente" . Un parere favorevole ex lege !


Il consigliere Galante, così tanto ben informato sulla materia,  dovrebbe sapere che analogo emendamento è stato portato nella conferenza stato regione ed è stato respinto con il voto contrario anche della Basilicata . Non vorremmo che proprio su una materia delicata e strategica qual è quella del diritto alla salute, la Basilicata mostrasse un sospetto strabismo, assumendo posizioni diverse a seconda che le medesime questioni vengano trattate a Roma o in seno al governo regionale.

Questa norma rappresenta un vero controsenso logico-giuridico che viene poi confermato nella espressa previsione dell'istituto del silenzio-assenso.
E' forse opportuno ricordare che il legislatore, nella L. 241/90, ha escluso l'operatività del silenzio assenso quando si tratti di atti e procedimenti che riguardino, tra l'altro, la salute , proprio tenendo conto della richiamata rilevanza costituzionale di tale interesse.
Grazie a questa norma la Basilicata si candida a diventare terra di conquista anche nella sanità e certo Il proliferare incontrollato di strutture private non va nella direzione di una sana e buona occupazione: sappiamo che tipo di contratti si propongono ai lavoratori soprattutto nelle professioni sanitarie!


Sicuramente, il sistema sanitario va migliorato e reso più competitivo , ma la deregulation non è la soluzione : la sanità resta l'unico luogo dove ancora si fanno affidamenti per milioni di euro senza gara; nè il Lazio, con i suoi 10 miliardi di euro di perdita, può essere il faro cui guardare.

Con l ‘approvazione di tale emendamento si mina  la tenuta dell’intero  Sistema Sanitario Regionale con la conseguente esplosione della spesa i cui effetti si scaricheranno direttamente sui cittadini.

Si può discutere quanto si vuole, ma l’attuale quadro normativo ha assicurato in tutti questi anni l’equilibrio del sistema sanitario lucano,  tant’è che la Basilicata  è tra le poche regioni nel nostro paese che ha i conti in ordine. Chi oggi si è fatto portare della deregulation del sistema sanitario regionale si è assunto la  grande responsabilità di una scelta  che porterà ad un peggioramento, non solo dei conti della sanità lucana, ma anche e soprattutto  dei servizi ai cittadini.